CREDIT SUISSE SOPPRIMERÀ 9’000 IMPIEGHI ENTRO IL 2025

Tratto dal website RSI  (27.10.2022) | Tratto dal website TICINONEWS (26.10.2022)

Credit Suisse ha subito una perdita di 4 miliardi di franchi nel terzo trimestre. Nell’arco dei primi nove mesi del 2022, il rosso ammonta a 5,9 miliardi. Lo ha comunicato giovedì mattina la seconda banca svizzera, nel giorno delle tanto attese comunicazioni sulla revisione strategica, con l’annuncio di un vasto piano di ristrutturazione. Si tratta di “una ristrutturazione radicale”, ha spiegato la banca in una nota, che comprende profondi cambiamenti nell’investment banking e in altri segmenti, con l’obiettivo di accelerare la riduzione dei costi. L’istituto punta a un taglio degli oneri di 2,5 miliardi, pari al 15%, entro il 2025. Viene inoltre previsto un aumento di capitale per rafforzare la solidità della società.

Tagli al personale

Il gruppo, che ha già in corso una riduzione del 5% dei dipendenti nel quarto trimestre del 2022, pari a 2’700 persone, prevede di ridurre il suo personale dalle attuali 52’000 unità a 43’000 entro la fine del 2025, per effetto sia di uscite naturali, legate all’età, sia di licenziamenti, il che corrisponde a 9’000 posti di lavoro in meno. Secondo quanto dichiarato dal presidente del CdA Axel Lehmann a SRF, i tagli riguarderanno 2’000 dipendenti in Svizzera, dove ne resteranno 14’000. Credit Suisse intende inoltre incassare circa 4 miliardi attraverso l’emissione di nuove azioni, soprattutto verso la Saudi National Bank che si è già impegnata per un acquisto pari a 1,5 miliardi, circa il 10% del capitale azionario.

Investment Banking

Le maggiori difficoltà, a livello operativo, hanno interessato il settore investment banking e questo non costituisce una novità: già a fine luglio Credit Suisse aveva previsto una perdita per la divisione, che è ora stata quantificata in 666 milioni di franchi. “Il trimestre e più in generale il 2022 sono stati fortemente influenzati dalle continue turbolenze del mercato e dalle difficili condizioni macroeconomiche, che hanno determinato una performance più debole in particolare per l’investment banking”, afferma il Ceo Ulrich Körner, citato in un comunicato odierno. “La nostra recente performance a livello di gruppo è stata deludente”.

Crolla il titolo in borsa

Nel frattempo, il titolo perde in borsa nei primi minuti circa il 7%, sulla scia delle comunicazioni odierne, che fanno stato anche di un vasto aumento di capitale. Lo scorso 3 ottobre era stato registrato il minimo assoluto (di giornata) a 3,52 franchi.

Grossi cambiamenti

La ristrutturazione strategica porta anche a profondi cambiamenti ai vertici dell’istituto: il numero uno dell’investment banking – una delle quattro divisioni in cui era finora organizzata la società – lascia la banca con effetto immediato. Il manager è Christian Meissner e di una sua possibile partenza si era parlato nelle scorse settimane. In passato si era fatto il suo nome anche come di un possibile successore di Sergio Ermotti alla guida di Ubs. Tornando a Credit Suisse, Michael Klein uscirà dal consiglio di amministrazione, per operare quale consulente del Ceo Ulrich Körner e lanciare la nuova unità CS First Boston, segmento che diventerà autonomo e che dal 2023 dovrebbe poi essere guidato dallo stesso Klein.

In arrivo tempi migliori?

Il futuro dovrebbe però essere migliore. “A partire da oggi, stiamo compiendo una serie di passi decisivi per rifocalizzare Credit Suisse sulle esigenze dei nostri clienti e dei nostri azionisti. Il nostro nuovo modello integrato si concentrerà su Wealth Management, Swiss Bank e Asset Management, e ristruttureremo radicalmente l’Investment Bank, rafforzando la nostra base di capitale e accelerando il ritmo di crescita. Riteniamo che queste misure porteranno a una performance più stabile per la banca, generando un valore duraturo per gli azionisti”, conclude il manager.

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