IA: VISIONI SUL FUTURO DEL MERCATO DEL LAVORO

 Tratto dai seguenti website: RSI | ZeroSette | Ekonomia.it

L’ultimo forum economico tenutosi a Davos (WEF) è stato caratterizzato dalla presa di coscienza che l’IA (Intelligenza Artificiale) è uno dei problemi globali a cui il mondo deve rivolgere la propria attenzione per trovare soluzioni. In particolare quest’anno si è discusso delle relazioni tra l’Intelligenza Artificiale (IA) ed alcune variabili socioeconomiche fondamentali: la produttività, il mercato del lavoro e le disuguaglianze. Il dibattito, come sempre succede, ha suscitato riflessioni, anche contrastanti, ecco qui di seguito alcuni pareri fra i più autorevoli circa il futuro impatto che l’IA avrà sul mondo del lavoro:

  • Il Fondo Monetario Internazionale afferma che 4 lavori su 10 dovranno convivere con qualche forma di intelligenza artificiale e che la ricchezza derivante da una maggior produttività, se non adeguatamente redistribuita, rischia di aumentare le disuguaglianze economiche.
  • Secondo una ricerca presentata da “PwC” (PricewaterhouseCoopers), le prime categorie di lavoratori a rischio scomparsa sono quelle che riguardano chi lavora nel mondo dei media, dell’intrattenimento, delle banche e delle assicurazioni. Secondo la ricerca almeno un quarto delle aziende a livello mondiale prevede entro quest’anno un drastico taglio del 5% dei posti di lavoro sostituibili con le tante applicazioni ormai possibili dell’Intelligenza Artificiale generativa. Il 32% l’ha già fatto, e il 58% attende migliorie delle applicazioni prima di partire deciso con la sforbiciata alla forza lavoro. A rimetterci di più, almeno al momento, dovrebbe essere il comparto che comprende media e informazione, seguito a poche incollature da assicurazioni e banche.
  • Al contrario, il colosso bancario “Morgan Stanley”, seguito dalla banca privata svizzera “UBS” e la tedesca “Deutsche Bank” sono di tutt’altro parere. Lo tsunami di posti di lavoro non sembra così drammatico come potrebbe apparire. Anzi, al momento, l’ingresso dell’IA nel tessuto aziendale sembra essere molto lento, cadenzato e limitato a pochi casi ancora in fase sperimentale, non sufficienti a lanciare l’allarme e gettare nel panico intere categorie di professionisti.
  • Fra le due visioni divergenti si collocano invece le previsioni di “Accenture”, il colosso statunitense della consulenza strategica e dell’outsourcing, convinta che a livello globale il 40% del tempo di lavoro attuale sarà appannaggio esclusivo dell’IA. “L’adozione dell’IA da parte delle aziende porterà a un consolidamento dei posti lavoro: l’aumento di produttività significa che saranno necessarie meno persone per svolgere gli stessi compiti.
  • Secondo un altro punto di vista, l’aumento di tale produttività – oltre a generare guadagni – potrebbe portare per assurdo alla necessità di assumere nuovo personale con mansioni di controllo e supervisione, con un saldo finale più che positivo per i livelli occupazionali del genere umano.

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