IL NUOVO ACCORDO SULLA TASSAZIONE DEI LAVORATORI FRONTALIERI

 Tratto dal website OCST | 19.07.2023

“L’Accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo che modifica la Convenzione tra la Svizzera e l’Italia per evitare le doppie imposizioni sono entrati in vigore il 17 luglio 2023. Le nuove disposizioni saranno applicabili a partire dal 1° gennaio 2024. […] Con il nuovo Accordo, la Svizzera trattiene l’80% dell’imposta alla fonte regolarmente prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno in Svizzera. I nuovi lavoratori frontalieri saranno tassati in via ordinaria anche in Italia. Sono considerati nuovi lavoratori frontalieri coloro che entrano nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo il 17 luglio 2023”.

Con questa nota ufficiale il Consiglio federale ha oggi proclamato la definitiva entrata in vigore del nuovo Accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri.

Il 1° luglio l’Italia aveva infatti terminato l’iter legislativo necessario all’approvazione dell’Accordo, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Legge di ratifica n. 83/2023.

Oggi è poi arrivata a Berna la fatidica nota di Stato italiana che ha consentito ai due Stati di proclamare pubblicamente l’ufficialità del nuovo patto bilaterale.

Così, dopo oltre un decennio di trattative, continui rinvii e complessi iter parlamentari, è oggi ufficialmente in vigore il nuovo Accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri. Le nuove modalità di tassazione verranno tuttavia introdotte solo a partire dal 1° gennaio 2024.

Cosa accadrà ai “nuovi frontalieri”

Nel patto bilaterale è previsto che i “nuovi frontalieri” avranno un meccanismo di tassazione concorrenziale tra Italia e Svizzera.

In particolare essi pagheranno l’imposta alla fonte nel Cantone di lavoro (secondo delle nuove tabelle fiscali ancora in fase di elaborazione) ma dovranno poi pagare l’IRPEF in Italia secondo le aliquote ordinarie con detrazione per quanto già pagato in Svizzera.

I “nuovi frontalieri” sono coloro che iniziano il lavoro in Svizzera dal 18 luglio 2023 in poi.

Per l’anno 2023 i “nuovi frontalieri” saranno ancora soggetti alle vecchie regole di tassazione (pertanto, se essi hanno la residenza fiscale nei Comuni di confine e il rientro giornaliero pagheranno le imposte solo in Svizzera). Dal 1° gennaio 2024 scatterà invece per loro il nuovo meccanismo di tassazione concorrenziale (la prima tassazione in Italia avverrà pertanto nel 2025 con riferimento al reddito da lavoro maturato nell’anno 2024).

Grazie all’azione del sindacato, nella Legge italiana di ratifica n. 83/2023 sono state tuttavia inserite alcune agevolazioni (vedi più avanti).

 

Cosa accadrà ai “vecchi frontalieri” e quali sono i termini per essere definiti tali

Secondo le intenzioni iniziali di Italia e Svizzera, il cambio di sistema fiscale avrebbe dovuto interessare tutti i frontalieri, quindi anche coloro che già da anni lavorano in Svizzera.

La concertazione tra il sindacato e la politica ha fatto però sì che nel nuovo Accordo venisse inserita una clausola di salvaguardia per i cosiddetti “vecchi frontalieri fiscali”, i quali continueranno ad essere tassati esclusivamente in Svizzera fino alla pensione, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro o di periodi di disoccupazione.

I “vecchi frontalieri fiscali” sono coloro che, al momento dell’entrata in vigore dell’Accordo hanno questi elementi (oppure, se attualmente non più presenti nel mercato svizzero, hanno avuto questi stessi elementi tra il 31 dicembre 2018 e l’entrata in vigore dell’Accordo):

  • residenza fiscale nei Comuni di confine (ovvero iscrizione in Comune, dimora abituale e centro degli interessi familiari);
  • rientro giornaliero tra Italia e Svizzera;
  • hanno (o hanno avuto) il proprio datore di lavoro in Ticino, Grigioni o Vallese;
  • mantengono questi elementi nel tempo per tutta la durata del proprio lavoro in Svizzera.

Come già specificato, sono considerati “vecchi frontalieri” coloro che sono entrati nel mercato svizzero con tutte le condizioni sopra descritte prima dell’entrata in vigore del nuovo Accordo, cioè fino al 17 luglio 2023.

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