LA SVIZZERA CHIEDE MAGGIORE FLESSIBILITÀ SUL LAVORO

È di pochi giorni fa la notizia che il Consiglio federale ha fissato al 1° gennaio 2025 l’entrata in vigore del testo della legge sull’imposizione ai lavoratori frontalieri, anche quando prestano servizio da casa con il telelavoro. Il progetto, approvato dal Parlamento il 14 giugno 2024, si applicherà ai cinque Paesi confinanti della Svizzera. Tale legge si inserisce in un contesto più ampio all’interno del mondo del lavoro svizzero (ma non solo). In questi ultimi anni infatti, in modo particolare dopo la pandemia, si percepisce sempre più il desiderio di lavorare in un modo diverso sia da parte dei lavoratori ma anche dal punto di vista degli imprenditori che pare abbiano compreso come la possibilità di gestire autonomamente l’orario di lavoro contribuisca ad un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro portando a meno stress e ad una maggiore soddisfazione all’interno dell’azienda. Un miglioramento della soddisfazione lavorativa può essere raggiunto in vari modi, maggiore flessibilità oraria, riduzione dell’orario di lavoro, lavoro da casa, smart working, diritto alla non reperibilità, etc. Tale flessibilità porterebbe quindi a maggior soddisfazione lavorativa, meno stress, miglioramento nel riuscire a conciliare il lavoro con gli impegni famigliari, personali e sociali. C’è inoltre chi sostiene che la flessibilità possa ovviare alla cronica carenza di manodopera, ricevere maggiore disponibilità ad aumentare le percentuali di lavoro e a sfruttare meglio il potenziale dei lavoratori e non da ultimo, possa contribuire a favorire l’aumento delle nascite, problema europeo (ma non solo) sempre più grave secondo le ultime statistiche.

Non mancano di contro potenziali controindicazioni che potrebbero portare ad una flessibilità sempre più fluida tanto da non riuscire a separare la vita professionale e la vita privata. Per molti infatti sarebbe necessario ancorare un limite chiaro per non creare potenziali abusi o casi di sfruttamento.

Quello che è importante sottolineare è che è veramente in corso un cambiamento. Rispetto alla generazione precedente che ha combattuto per ottenere il diritto al lavoro e che successivamente ha trovato nel lavoro il modo per migliorare le proprie condizioni di vita attraverso il guadagno, oggi il denaro in sè rimane importante ma non costituisce più l’interesse prioritario del dipendente. Sono infatti i vantaggi che il datore di lavoro è in grado di offrire che spostano l’ago della bilancia. Oggi sempre di più assistiamo alla scelta verso una maggiore flessibilità, in termini di orario, di vacanze o di smart working rispetto ad un’offerta economica allettante.

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